Le parole che restano, quelle che non si dicono dove volano impigliate e quanto necessitano di voce che sia data loro?
Un buio, una distanza, un inganno felice: tutto fagocita ogni espressione.
Siamo vuoti d’aria a perdere, densi quanto gli abbracci che ci diciamo stonati, in cerca la notte e il giorno, e gli abbagli che colpiscono, feriscono dove si scopre il giorno.
È un crescendo nel vedersi.
“Ai viaggi in cerca di bellezza e all’ospitalità che è una forma di bellezza umana”: quanta sintassi inutile in un sorso obbligato… Eppure non esserne mai sazi è la chiave di volta: ospitare e farsi ospitare, conoscere, viaggiare vicini o lontani, alla ricerca di bellezza in ogni dove, mai sopraffatti da un niente che ci livelli automi.
Attraversare questa tempesta e assalto, vivere i terremoti, volare alto sopra le macerie, tornare ad abbattersi e abbattere, bastarsi sempre, eppur mai appagati incedere verso.
Se ti guardi a fianco lì sto: nel rispetto, da parte, forse di spalle. Ma sto. Basta abbracciarmi come vuoi e ci sarò, coi miei occhi, a guardarti, ma non di seguirti, facile preda, questo non chiederlo, no.
Eppure sarebbe più semplice dar voce al vento e sussurrarti ” rimani”.
Eppure sarebbe semplice lasciarsi dire “Sto qua”.
Ma accogliamo emozioni, respingiamo il facile, corriamo lapidari in cerca e perdiamo le occasioni per pertubazioni emozionali.
Mai che vi sia una via, sola fra molte distanti: di strade ho solcato il destino eppure mi son trovata.
Adesso vorrei trovarti.
Ti rigiri fra le mie coperte: non ho posto ma hai la cura.
Chiudo gli occhi e i sogni terribili ancora avvengono, la sicurezza la cerco dentro, non intorno, non è tempo ora, non lo sarà forse mai.
Che l’abbraccio si rimandi anche questa volta: il bisogno è una circostanza per cuori pavidi, per altri certezza di cui lagnarsi, per noi miseria.
Semplice domanda che resta non risposta, eppure vaghi in me ancora e non so fin quando. Ma terrore non v’è. Accadranno altri e ancora inciamperò e senza sosta. Sfiorarsi, di questo c’importa. Il resto: ciarpame inflazionato, da cuori d’argilla.
Per noi grovigli d’idee, incubi di gioia, paure di sogni felici, sommesse occasioni, sfere d’universo in lotta e fuga e ancora prendersi le mani e con dolore respirarsi addosso ridendo.
L’occasione: un incontro, una danza, un ritmo e poi silenzio.
Cala il buio e resto sola, ancora.
Per scelta, necessità, posa?
Imparerò. Me lo dirai.
[Appunti da qualche parte, in qualche modo, in me]
Rieccomi! Ma non lo aggiorni più il tuo blog?
Quando sono ispirata, dunque non tanto spesso…magari fra un po’ arriva qualcosa!
La tua risposta mi ha fatto tirare un grosso sospiro di sollievo: il tuo talento come blogger non deve andare sprecato. Colgo l’occasione per consigliarti questo splendido film: https://wwayne.wordpress.com/2014/07/21/andare-controcorrente/. L’hai già visto?